Le sfide dell’avvocato del Terzo Millennio

Le sfide dell’avvocato del terzo millennio


La rivoluzione digitale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni coinvolge tutti i settori, i contesti sociali e gli ambienti lavorativi e investe naturalmente anche l’esercizio della professione legale, ponendo nuove sfide per gli avvocati del terzo millennio.
L’assistenza legale sia alle imprese che alle persone fisiche è oggi più che mai legata all’innovazione tecnologica: questa situazione impone all’avvocato di ripensare a tutto il suo contesto lavorativo, riorganizzando e ottimizzando le risorse a disposizione.

Come il digitale ha rivoluzionato il modo di intendere la professionale legale

I continui e veloci cambiamenti tecnologici richiedono un costante adattamento di tutte le categorie professionali alle nuove esigenze derivanti dal grande utilizzo della tecnologia da parte dei propri clienti, non ha importanza il settore in cui si opera, il digitale è ormai una parte integrante della vita di tutti. Le e-mail, l’utilizzo di smartphone, tablet e computer, le riunioni telematiche e le call su Skype – viene da chiedersi se ha ancora senso ricevere i clienti in studio, ma sì che ce l’lha –  l’accesso a documenti in formato elettronico su piattaforme digitali condivise, l’utilizzo di banche dati giuridiche e di servizi di archiviazione virtuali, sono tutti strumenti ormai consolidati e imprescindibili nella quotidianità di chiunque: è per questo che gli avvocati e i consulenti legali devono conoscere queste risorse e saperle utilizzare al meglio per rispondere a tutte le esigenze dei clienti.

Questa realtà in divenire però comporta importanti investimenti sia a livello di capitale che di impegno personale: non solo l’aggiornamento e la manutenzione di software, hardware, telefonia mobile e di tutti quei dispositivi necessari allo svolgimento della professione, ma anche e soprattutto flessibilità e adattamento nell’utilizzo di questi nuovi strumenti lavorativi. Bisogna sempre essere pronti a lavorare con nuove tecnologie in breve tempo e con competenza tenendosi costantemente aggiornati. Ma non solo: i tempi di risposta serrati, il volume di dati scambiati ogni giorno, lo stesso nuovo modo di scrivere che caratterizza la comunicazione con e-mail o sms, sono tutti elementi che costringono l’avvocato a rivedere criticamente ogni giorno il suo modo di scrivere, di comunicare e più in generale di lavorare e fornire consulenza al proprio cliente. Non c’è spazio per un mondo statico e cristallizzato.

Non solo il rapporto con il cliente ma anche il modo di vivere la professione di avvocato sta cambiando

I cambiamenti dovuti all’innovazione tecnologica non si limitano solo al rapporto con il cliente ma si estendono anche a tutti gli altri aspetti dell’esercizio della professione legale.

Non bisogna trascurare che Internet è ormai diventato il principale mezzo di comunicazione anche per gli avvocati, non solo per presentare e promuovere la propria attività professionale – è un fatto indiscutibile che oggi molti clienti consultano prima di tutto il web per avere riscontri e informazioni –  ma anche per interagire con organismi istituzionali, ordini professionali e colleghi o per reperire informazioni, modulistiche varie e certificati.  Questo tipo di approccio semplifica decisamente la vita del professionista che in passato era costretto a vagare da un ufficio all’altro per documentarsi.

L’introduzione del processo telematico nel contenzioso giudiziario civile, amministrativo e tributario ha poi spinto ulteriormente gli avvocati ad abbracciare l’innovazione tecnologica nonostante le notevoli difficoltà di adattamento e la resistenza al cambiamento di molti professionisti: ripensare la propria organizzazione lavorativa dopo anni di attività non è semplice e in questo senso gli avvocati più giovani sono sicuramente avvantaggiati rispetto ai colleghi più grandi se non altro per la maggiore familiarità con le tecnologie digitali. C’è anche un altro aspetto da non trascurare: convertire al digitale la propria attività legale ha dei costi significativi che non tutti possono sostenere con leggerezza.

Il processo telematico porta l’avvocato a riorganizzare il proprio studio legale: personale, collaboratori e gli stessi archivi vanno ripensati in funzione della crescente digitalizzazione di documenti e procedure che in passato richiedevano l’utilizzo di spazi fisici e di risorse umane dedicate ai viaggi negli uffici giudiziari. Anche l’uso di quantità sconcertanti di carta è una necessità che per fortuna oggi non abbiamo più.  La presenza digitale dell’avvocato è molto più complessa da gestire rispetto a quella fisica: richiede dedizione, formazione, organizzazione e tempo. L’utilizzo di archivi virtuali per i messaggi di Posta Elettronica Certificata e per i file di atti processuali pone problemi di integrità, reperibilità e protezione nel tempo da non sottovalutare soprattutto per il crescente ricorso a servizi di archiviazione “cloud”.

Le sfide del terzo millennio, come affrontarle

L’avvocato del terzo millennio è quindi chiamato ad affrontare grandi sfide derivanti dall’incessante evolversi del progresso tecnologico: questa corsa in avanti è sempre più in netto contrasto con il lento e inadeguato progredire dei sistemi legislativi e degli apparati amministrativi nel settore della giustizia e dei relativi organismi istituzionali. Si assisterà sempre di più ad uno sdoppiamento della disciplina legale: avvocati sempre più smart e burocrazia sempre più lenta e ingessata.

Come rispondere a queste sfide? La risposta sta nella rapidità e la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, sia perché questo è ciò che è richiesto dai propri clienti, sia perché dalla capacità di innovarsi e adeguarsi a questo nuovo modello di professione legale dipenderà forse la stessa sopravvivenza. Ecco perché l’aggregazione in organizzazioni di studi legali di dimensioni medio-grandi – molto diffusa all’estero ma ancora poco in Italia – può contribuire, da un lato, a migliorare l’offerta dei propri servizi alla clientela in termini di efficienza ed economicità e, dall’altro, ad ammortizzare i costi derivanti dagli investimenti in nuove competenze e tecnologie per poter garantire un’assistenza legale completa ed efficace.

È per rispondere a tutte queste esigenze che nasce Lex Town, una startup che si inserisce perfettamente in questo panorama digitale traendone i maggiori vantaggi e muovendosi con disinvoltura nell’universo sconfinato di internet. La conoscenza approfondita delle dinamiche del Web e della digitalizzazione ci consentono di fornire ai nostri clienti assistenza completa e professionale usufruendo anche di tutte le risorse che internet mette a disposizione sfruttandole al meglio per accorciare i tempi e ridurre i costi.

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