Diffamare un’azienda sui social: quali sono i rischi?
Nell’immaginario collettivo la diffamazione, soprattutto quella sui social, è sempre rivolta verso una persona fisica, un’individualità ben definita che diventa oggetto di offese e insulti basati su un elemento concreto: la professione svolta, la famiglia, la nazionalità. Anche per questo la Cassazione ha spesso detto che le offese contro un gruppo di persone non identificate nello specifico, non costituisce reato. Affermare ad esempio che tutti i medici sono incompetenti non è diffamazione.
C’è un territorio di mezzo tra queste due situazioni: quando la diffamazione è diretta a società e associazioni. In questo caso parliamo sì di gruppi di persone, ma ai quali l’ordinamento ha voluto dare una personalità giuridica. Ecco quindi che una società ha diritti e doveri propri, esattamente come un privato cittadino.
Si può quindi commettere un reato di diffamazione contro una società? È legittimo criticare, offendere e prendere in giro un’azienda su internet? Te lo spieghiamo in questo articolo.
Diffamare una società è un reato?
Il fatto che la vittima di un’offesa sia una società non vuol dire che non si possa incorrere nel reato di diffamazione. In realtà non solo una persona fisica, ma anche un’entità giuridica come una società, una fondazione o un’associazione, può essere considerata persona offesa dal reato. La Cassazione ha chiarito che in caso di lesione alla reputazione nei confronti di un ente collettivo può configurarsi il reato di diffamazione.
In questo caso, infatti, più che di lesione dell’onore della persona giuridica bisognerà parlare di un vero e proprio danno all’immagine e alla reputazione che la stessa ha nella società.
Una fattore da tener ben presente è che in caso di offesa sui social, la diffamazione è aggravata dall’uso del mezzo di pubblicità, assimilabile a tutti gli effetti alla stampa tradizionale. Pena più grave allora per chi, con un post su Facebook, con un articolo in un blog o una storia su Instagram offende la credibilità di un’azienda.
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Diffamazione nei confronti di una azienda, quando si verifica?
Come fare capire quando ci troviamo di fronte ad un reato? Per far scattare la diffamazione è necessario oltrepassare il limite del diritto di critica. L’offesa deve essere rivolta, più che ai prodotti, che possono non incontrare l’approvazione di tutti, alla dignità e alla morale del produttore, deve essere un discredito fatto per il puro gusto di farlo. La libertà di esprimere la propria opinione è un capo saIdo di ogni democrazia ma il diritto di critica ha precisi limiti: per non essere reato, la critica deve concretizzarsi in un dissenso misurato e supportato da valutazioni obbiettive. Questo diritto ha quindi dei limiti che non giustificano atteggiamenti di eccessiva violenza verbale o di istigazione alla brutalità fisica.
Oltre alla reato di diffamazione, un’altra possibile conseguenza per chi deride un’azienda sui social è il risarcimento del danno che può essere di due tipi:
- Danno patrimoniale: si tratta della perdita di guadagni per via della diminuzione della clientela a causa del discredito
- Danno non patrimoniale all’immagine e alla reputazione. Il giudice, al fine di determinare l’ammontare della sanzione penale e del risarcimento, tiene conto della gravità dell’offesa e della sua diffusione.
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