Smart working e diritto di rendersi irreperibili: ecco quello che devi sapere
Smart working, negli ultimi anni se ne sente parlare sempre di più. Molte aziende hanno deciso di ricorrere alla modalità di lavoro agile per i propri dipendenti. I vantaggi sono innegabili: niente code in auto per andare al lavoro e per tornare a casa, niente mezzi pubblici, nessun cartellino, nessuna corsa per fare commissioni o accompagnare i figli a scuola e non sei costretto a relazionarti con quell’odioso collega alla scrivania accanto. Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica e gli svantaggi, seppur minori, sono da tenere in considerazione. I familiari in casa, ad esempio, ti ritengono libero e non si fanno scrupoli a interromperti in continuazione e affidarti compiti. In più, si presuppone che lavorando da casa tu abbia più tempo a disposizione e che riesca a concentrarti meglio, per questo il tuo capo ti affida il doppio del lavoro. Un altro problema è che lavorando da casa sei sempre operativo e puoi ricevere messaggi e mail a tutte le ore.
Esiste il diritto alla disconnessione del lavoratore che lavora a distanza oppure il dipendente deve essere sempre reperibile? Facciamo un po’ di chiarezza.
Con quali contratti si può lavorare da casa?
Ci sono diversi contratti con i quali il lavoratore dipendente può svolgere la propria attività da casa.
- Con il contratto di lavoro a domicilio il lavoratore esegue un’attività retribuita per conto di uno o più datori di lavoro.
- Lo smart working, o lavoro agile, non è una tipologia di rapporto di lavoro a sé, ma è una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, definita in un accordo tra datore di lavoro e dipendente. L’attività lavorativa è svolta in parte all’interno dell’azienda e in parte all’esterno, senza una postazione fissa.
- Anche il telelavoro non è una tipologia di rapporto di lavoro a sé. La prestazione viene svolta fuori dall’azienda, con l’aiuto degli strumenti adeguati
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Diritto alla disconnessione: per quanto tempo deve restare connesso il lavoratore?
Rispetto agli altri paesi europei, in Italia ancora non esiste una regolamentazione specifica sul diritto alla disconnessione, l’unico riferimento è nel Jobs Act del lavoro autonomo, che disciplina il lavoro agile. La legge prevede per il dipendente il diritto alla disconnessione dalle piattaforme di lavoro e dai canali di comunicazione aziendali ma rispettando gli obiettivi concordati e le modalità di esecuzione dell’attività autorizzate dal medico del lavoro oltre che le eventuali fasce di reperibilità: quando viene riconosciuto il diritto alla disconnessione, il lavoratore non può essere sanzionato per il mancato collegamento. In parole povere ci sono fasce orarie durante le quali il lavoratore non è tenuto a essere collegato con l’azienda, ma questi periodi di disconnessione devono essere concordati col datore di lavoro e devono tener conto dell’obbligo di reperibilità.
Quello di cui bisogna tener conto è che il dipendente a distanza ha diritto allo stesso trattamento che hanno quelli che svolgono la propria attività in azienda. In più trattandosi di un lavoratore subordinato, devono essere rispettati i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale previsti dalla legge e dai contratti collettivi.
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Come conciliare disconnessione e reperibilità?
Come conciliare il diritto del lavoratore alla disconnessione con l’obbligo di reperibilità? Prima di tutto va detto che la reperibilità non è prevista obbligatoriamente per legge, ma può essere prevista dal contratto collettivo o da specifiche clausole individuali. L’obbligo di reperibilità non può e non deve andare ad influire sul diritto al riposo del lavoratore, lo limita soltanto, e proprio per questo garantisce un trattamento economico differente rispetto ai dipendenti non obbligati a essere reperibili nelle giornate libere, la così detta indennità di reperibilità.
Quello che bisogna chiarire è che non sempre il diritto alla disconnessione e l’obbligo di reperibilità sono in contrapposizione: il dipendente può essere reperibile anche se disconnesso ad esempio tramite telefono fisso o mobile.
La cosa più importante per un lavoratore è sempre leggere attentamente sia il contratto collettivo della sua categoria sia quello individuale, per conoscere esattamente le condizioni e le tutele a cui ha diritto. Per qualunque problema sul lavoro, licenziamento, mobbing o stipendi puoi prenotare una consulenza gratuita con i nostri avvocati con anni di esperienza nel settore del Diritto del Lavoro.
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