Motivi per non andare a lavoro: quali sono i tuoi diritti?
Il mondo del lavoro si divide in due grandi categorie: chi al primo suono della sveglia salta giù dal letto, si prepara a vivere la giornata con un atteggiamento propositivo e produttivo e chi invece si gira dall’altra parte cercando di pensare ad un motivo valido che gli consenta di non andare a lavoro. Spesso le scuse addotte rasentano l’assurdo e sono l’evoluzione lavorativa de “il mio cane ha mangiato i compiti” che usavamo sempre a scuola pur non avendo un cane.
Non è il caso di generalizzare però, l’imprevisto può capitare a tutti, e questo il tuo datore di lavoro lo sa, o dovrebbe saperlo. Ma soprattutto nei diritti del lavoratore sono previste una serie di tutele per far fronte a casi di questo tipo.
Ciò non vuol dire che puoi ricorrere a qualsiasi scusa, anche poco credibile, per saltare una giornata di lavoro. Una volta puoi essere fortunato ma a lungo andare questo atteggiamento può dare luogo a una lettera di richiamo o addirittura ad un licenziamento per giusta causa. Vediamo quali sono i diritti del lavoratore e quali sono i rischi legali per chi cerca di fare il furbo.
Il primo tra tutti, il motivo di salute
Ovviamente il primo dei motivi per cui una persona non va a lavoro è che sta male. Febbre, mal di pancia, mal di schiena, mal di denti, gli acciacchi sono innumerevoli e difficili da contestare. Anche per il malessere di un singolo giorno la procedura da rispettare è imprescindibile. Prima di tutto occorre dirlo al datore di lavoro. Poi arriva la parte più complicata: bisogna andare dal medico e farsi fare il certificato. Sarà il dottore a stabilire dopo la visita se esiste davvero un malessere tale da impedire di andare in ufficio e per quanto tempo. Una volta rilasciato il certificato, il lavoratore deve farlo pervenire all’azienda per giustificare la sua assenza. In più, un persona indisposta deve riguardarsi e stare a casa per guarire, ecco perché per i dipendenti in malattia è prevista una visita fiscale per certificare l’effettiva presenza del malato. Evita quindi di uscire in questi orari, a meno che non tu non possa giustificare la tua assenza con un certificato medico di accertamento o visita:
- Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 se sei un dipendente pubblico
- Dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 se sei un dipendente privato
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Motivi familiari, quando sono legittimi?
Tra i motivi più diffusi addotti per non andare a lavoro c’è quello del figlio che non sta bene. Una febbre alta giustifica il fatto che il bambino non può essere lasciato solo a casa senza cure. Fai attenzione perché se l’azienda vuole essere pignola può pretendere che venga dimostrata la malattia del figlio. Proprio come per una tua malattia, per assentarti dal lavoro quando tuo figlio è malato, ci vuole il certificato medico. Il dottore lo trasmetterà all’Inps per via telematica e l’Istituto, a sua volta, lo fa avere al datore di lavoro. In più, quando viene scritto il certificato devi precisare quale dei due genitori ha scelto di stare a casa e tieni sempre conto che si tratta di un permesso non retribuito.
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Ci sono altri motivi per cui è legittimo non andare a lavoro?
Ovviamente ci sono altri problemi improvvisi che possono impedirti di andare a lavoro e senza necessariamente avere a che fare con la tua salute o con quella dei tuoi figli, pensa ad esempio agli incidenti domestici: la lavatrice che ha allagato la casa, un tubo che perde, un vetro rotto. Bisogna fare attenzione ad usare queste motivazioni senza che siano vere, l’azienda potrebbe chiederti la fattura dell’idraulico o del vetraio per certificare sia il problema che l’avvenuta riparazione. Quello che devi tener presente è che un rapporto di lavoro, per legge, si basa su due concetti: la correttezza e la buona fede. Se questi princìpi vengono a mancare da parte del lavoratore, il licenziamento per giusta causa è più che probabile.
Purtroppo spesso assistiamo a situazioni inverse: il diritto di malattia o di assenza del lavoratore non viene rispettato o viene applicata una condotta vendicativa al rientro in ufficio arrivando anche al mobbing. In questo caso hai tutto il diritto di difenderti e noi possiamo aiutarti a farlo. Prenota una consulenza gratuita con uno dei nostri avvocati.